La longevità non è solo questione di genetica ma di stile di vita. Vivere più a lungo è possibile grazie al cibo sano, all’esercizio fisico ed alla meditazione.
E’ quello che è emerso durante la conferenza “La via della longevità” tenutosi lo scorso Giugno a Milano. Lo dimostrano importanti ricerche scientifiche sul tema della nutrizione.
Gli studi epidemiologici indicano i fattori principali di rischio legati allo stile di vita: tabacco, sedentarietà e mancanza di vita spirituale che non significa religiosa ma riguarda la meditazione. Si può meditare preparando la cena, si può avere una vita spirituale semplicemente facendo le cose in consapevolezza e vivendo appieno il presente.
Noi siamo quello che mangiamo ed oggi siamo ipernutriti ma malnutriti. Troppa carne, zucchero, farine raffinate e cibo industriale. In particolare, tutte le proteine animali in eccesso sono dannose per la salute. Mangiando sano ed equilibrato si prolunga la vita e si riduce l’incidenza di malattie croniche. Durante la conferenza viene posta poi l'attenzione sull'importanza di scegliere cibo rigorosamente biologico.
Inoltre, per vivere più a lungo viene suggerita la dieta mima-digiuno, disintossicante, a base vegetale, che consente al corpo di riparare le cellule malate e all'intestino di mettersi a riposo. Il corpo umano ha una capacità incredibile di riparare se stesso e con il mima digiuno si mette in atto la riparazione cellulare. Il segreto è tenere basse le calorie così come gli zuccheri e aumentare invece i livelli di verdura e di grassi insaturi. Il nostro corpo produrrà così più globuli bianchi mettendo in atto un vero e proprio ringiovanimento. In sostanza il programma si articola in un regime alimentare vegetale di cinque giorni da ripetersi in modo costante durante l'anno. È come se si facesse un reset e una riprogrammazione del corpo contrastando, così, il processo di invecchiamento e rigenerando l'organismo a livello cellulare.
L' obiettivo della conferenza è quello di fare cultura su questi temi promuovendo stili di vita sani e convincendo con la forza degli studi anche la comunità scientifica ad affiancare all'approccio tradizionale farmacologico un approccio olistico che rimetta al centro l'alimentazione e le numerose proprietà lenitive e curative di alcuni alimenti.